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27 gennaio: memoria e storia

 

Giornata della Memoria: è già un indizio significativo di debolezza dell’etica europea la necessità di indire un appuntamento preciso, di convocare tutti i cittadini per l’esercizio collettivo di un atto – il rammemorare eventi di incommensurabile tragicità – che dovrebbe partire dall’intimità delle coscienze o da uno spontaneo aggregarsi attorno al dolore e alla vergogna.

Salutato al suo albeggiare come il secolo in cui le premesse ottimistiche della civiltà europea avrebbero avuto piena realizzazione, il ‘900 ne ha invece rivelato tutte le contraddizioni, le ipocrisie e l’innata crudeltà.

Di questo secolo non è difficile cogliere le manifestazioni che smentiscono la favola bella del progresso lineare e inarrestabile, sensibile alle sofferenze e ai dolori degli ultimi della terra. Per questi motivi la Giornata è stata consacrata al compito di ravvivare l’impegno di opporsi alla cancellazione delle memorie e delle persecuzioni attuate dai totalitarismi.

È forse il momento di potenziarne il significato per far emergere quanto tali violenze abbiano contaminato la nostra etica pubblica.

Luigi Ganapini 

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