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Ageismo, razzismo, sessismo

In un modo o nell’altro si potrebbe essere tentati di mettere in stretta relazione questi tre modi di escludere il prossimo. In effetti emettere giudizi negativi su qualcuno in considerazione della sua età, sesso o colore della pelle, porta sempre ad una forma di esclusione. Ed è tanto più grave se si pensa che nessuno ha scelto il proprio colore di pelle o il proprio aspetto, ma per quel che riguarda l’età è meglio usare qualche sfumatura diversa. Ci sono infatti dei comportamenti, il più delle volte involontari, che portano a morire prima che la nostra vita sia giunta alla sua fine. Gli incidenti d’auto e le guerre sono due “buoni” esempi.

Anche le “accuse” che vengono fatte sembrano simili: per esempio essere “di colore” o essere “una donna”, ancora “una vecchia e inutile”. Tuttavia, il sessismo non ha mai origine dal sesso che viene schernito dall’altro sesso. Raramente il razzismo proviene dalla comunità insultata. Ma questo non è il caso dell’ageismo. La differenza fondamentale sta nel fatto che chi dà prova di ageismo ha una grande probabilità di diventare vecchio, fatto che è infinitamente meno complicato che cambiare sesso o colore della pelle o etnia. Detto in altre parole, si tratta in questo caso di una paura del futuro personale: è un altro sé stesso che ci fa paura.

Ecco perché la nostra responsabilità di testimoni è importante. Se si combatte il razzismo o il sessismo con leggi e con la lotta contro l’ignoranza, nel caso della paura d’invecchiare conviene prima di tutto, testimoniare la distanza tra la realtà attuale e ciò che potrebbe essere se i problemi dell’invecchiamento fossero davvero affrontati con una presa in carico reale. Il nostro blog (overblog) ha questo obiettivo.

di Bernard Pradines – Overblog www.overblog.com

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