La lunga marcia contro le discriminazioni
“Sussiste discriminazione diretta quando una persona è trattata meno favorevolmente di quanto sia, sia stata o sarebbe trattata un’altra in una situazione analoga; sussiste discriminazione indiretta quando una disposizione, un criterio o una prassi apparentemente neutri possono mettere in una posizione di particolare svantaggio le persone che professano una determinata religione o ideologia di altra natura, le persone portatrici di un particolare handicap, le persone di una particolare età o di una particolare tendenza sessuale, rispetto ad altre persone”
Queste sono le tappe principali per combattere la discriminazione diretta e indiretta legata a sesso, razza, orientamento sessuale, orientamento politico, religione, disabilità e infine età.
Per quanto riguarda la discriminazione legata all’età, anche se il termine “ageism” viene coniato nel 1969, solo nel 2000 l’età viene riconosciuta come una causa di discriminazione.
“E’ LO SGUARDO DEGLI ALTRI CHE CI FA PRENDERE COSCIENZA DI QUESTO APARTHEID CHE E’ L’AGEISMO”
Ageismo s. m. Forma di pregiudizio e svalorizzazione ai danni di un individuo, in ragione della sua età; in particolare, forma di pregiudizio e svalorizzazione verso le persone anziane. Per assonanza e analogia con razzismo e sessismo, nel 1969 il termine “ageism” appare in USA (Robert Butler psichiatra e geriatra), in seguito anche nella lingua francese “âgisme” e ben più tardi in quella italiana “ageismo” (fonte Treccani)