“L’Invecchiamento attivo” è un concetto nato in ambito ONU e OMS e parte dall’osservazione dell’allungamento della vita e dal crescente invecchiamento della popolazione in tutti i paesi. La riflessione, avviata per affrontare i problemi che ne derivano, parte dal ripensare all’invecchiamento con prospettive diverse, uscendo dalla visione dell’anziano “dipendente” e considerarlo un protagonista di questa fase della vita, garantendo autonomia e libertà di decisione. Le azioni tese a sostenere l’invecchiamento attivo non devono limitarsi al semplice concetto di assistenza della persona in difficoltà, ma piuttosto promuovere una cultura dell’invecchiamento che sia volta a saper affrontare gli effetti del deterioramento fisico, psicologico, cognitivo al fine anche di recuperare l’anziano come risorsa per la società.
Queste sono le linee essenziali su cui vengono costruiti i progetti di “invecchiamento attivo”: la definizione che da qualche anno viene adottata in molte realtà sociali e politiche e in diversi paesi tra cui l’Italia.
L’adozione delle “linee guida” che stanno alla base dell’”invecchiamento attivo”, sono condivisibili e rappresentano una significativa testimonianza dell’attenzione rivolta a questa fascia di popolazione. Apprezzabile ed auspicabile è anche lo spirito che vi sottende e che considera l’invecchiamento come una parte dell’esistenza su cui fare progetti e alle cui legittime aspettative dare ascolto. Il favorire la capacità di ridefinire il proprio progetto di vita in rapporto ai cambiamenti inerenti la persona e al modificarsi del contesto sociale è tra gli obiettivi principali dell’”invecchiamento attivo”.
Come abbiamo preannunciato, Donne In dedicherà approfondimenti a questo tema cercando di comprendere se le diversità che caratterizzano la vecchiaia, vengono ben rappresentate dai progetti realizzati e se le donne, che sono una significativa differenza di cui tenere conto, si potranno riconoscere in questo approccio innovativo.
Esistono infatti importanti differenze tra uomini e donne in termini di ruoli rivestiti e di situazioni sperimentate nel corso dell’età avanzata. Le donne per esempio, sono potenzialmente più soggette a vivere da sole e a ritrovarsi in condizioni di povertà in età avanzata e trascorrono in media una parte maggiore della propria esistenza con una limitazione funzionale di qualche tipo.
E’ ormai diffuso il concetto che ci troviamo di fronte ad una “nuova popolazione di anziani” che esprime bisogni ed ha esigenze diverse da chi li ha preceduti e le donne sono l’espressione più significativa di questa cesura con il passato per la loro appartenenza a generazioni che hanno profondamente cambiato la società.
Il tema dell’invecchiamento attivo è un esempio di approccio innovativo introdotto negli studi sulla vecchiaia che nella società di oggi dovrà porre la sua attenzione anche all’esclusione, all’emarginazione ed all’isolamento degli anziani per porre una tempestiva azione di contrasto all’agismo.