Nigeria, Stati Uniti, Nigeria: è affascinante seguire il viaggio di Ifemelu, partita dal suo Paese dopo la laurea con una borsa di studio, approdata al sogno americano tra le mille difficoltà di tutti gli emigranti, ritornata in Nigeria per seguire la voce del cuore.
C’è tanto in questa storia raccontata con sensibilità, intelligenza ed empatia. C’è il progetto ambizioso di una giovane che ha avuto la fortuna di poter studiare e poi lasciare un paese difficile da vivere, travolto da povertà e miserie, dove appartiene al mondo dei sogni l’immaginare un futuro di soddisfazioni e progresso; c’è la fatica di entrare in un mondo così diverso da quello lasciato, per abitudini, valori, qualità di relazioni; c’è l’entusiasmo della scalata sociale, non tanto sul piano economico, quanto sulla possibile condivisione di obiettivi, di sogni, di reale integrazione. La quotidianità di Ifemelu è descritta senza retorica e partigianeria, con attenzione alle piccole e alle grandi cose, con partecipazione ai problemi del “mondo nero”, talvolta insignificanti ai nostri occhi, ma di grande rilevanza per giovani donne africane orgogliose delle loro origini. La rinuncia spesso frustrante, per fare un esempio, alla pettinatura tradizionale e naturale per il loro tipo capelli, ma che costituisce uno stigma razziale; l’adesione forzata a una moda “bianca” che le mortifica; quella parola “negro” usata con nonchalance anche in ambienti considerati evoluti e progressisti.
Ifemelu negli Stati Uniti è l’autrice di un blog molto seguito e apprezzato, frequenta un mondo colto e benestante, ma ugualmente il traguardo dell’integrazione e prima ancora della parità è sentito lontano e in alcune situazioni elitario; in quei momenti affiora prorompente la nostalgia della sua terra, il sospetto di sottrarre qualcosa alla sua gente, il ricordo struggente di un amore giovanile sacrificato per quello che sembrava un grande progetto di vita realizzabile.
E sbagliamo clamorosamente se pensiamo che la comunità nera che la circonda possa costituire una parentesi di tranquillità e di totale accoglienza. Dietro la definizione di nero si incontrano e si scontrano infatti realtà umane molto differenti; il continente di provenienza, la gradazione del colore della pelle, la cultura di cui si è portatori, la storia familiare sono sfaccettature contrastanti e spesso dirompenti che creano a loro volta mondi a sé. Per noi, lettori bianchi, portato spesso a grandi semplificazioni ed etichettature grossolane, sono sprazzi di realtà che ci aiutano a capire con più intelligenza.
Un viaggio coinvolgente, quello che si può fare con la lettura di Americanah: gli Stati Uniti ci apriranno porte nuove di un mondo che pensiamo di conoscere già benissimo; la Nigeria ci farà conoscere un’Africa di cui sarebbe utilissimo sapere di più.
In ogni luogo l’empatia con cui seguiremo la storia di Ifemelu ci darà la soddisfazione di conoscere una figura femminile di cui andare orgogliose.
di Milena Pieri “AMERICANAH” di Chimamanda Ngozi Adichie, ed. Einaudi