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da leggere: io non sono inutile

L’arte non è inutile 

Sul canale televisivo la 7 Stefano Massini, scrittore, regista e drammaturgo fiorentino ha lanciato il suo grido di accusa ‘Io non sono inutile’ per richiamare l’attenzione del governo e di tutta la società sull’importanza del lavoro di attori, scrittori, musicisti, cantanti e tutti coloro che lavorano nel dietro le quinte nel mondo della cultura. Non si tratta solo di risorse da assegnare a chi per molti mesi non avrà lavoro e che in Italia non ha gli ammortizzatori sociali previsti per altri lavoratori, ma del ruolo da assegnare alla cultura. Non è di molti anni fa l’affermazione di un ministro dell’allora governo che disse che “la cultura non si mangia” e da lì si sono ripetute, solo un anno fa, le affermazioni di fastidio nei confronti di questo mondo che è il nostro mondo soprattutto in un Paese come l’Italia che di arte e cultura ha testimoni immensi.

IO NON SONO INUTILE (una sintesi)

“Ogni fase storica comporta una contrapposizione – ha dichiarato Stefano Massini – e noi ce la portiamo dietro stratificata. Tra proletario e capitalista, tra stanziale e migrante, tra presunto normale e presunto diverso, tra occidentale e orientale, tanti muri contro muri. Ma oggi il virus che sta cambiando tante cose, sta cambiando anche questo. Noi oggi abbiamo un’altra contrapposizione tra le persone utili e le persone inutili, tra gli esseri umani necessari e quelli superflui.

Costantemente sui giornali leggiamo una quantità di numeri sui morti, ma veniamo rassicurati in modo agghiacciante sul fatto che erano morti sì, ma di una certa età, erano arrivati a una fase anagrafica in cui la loro ‘utilità’ era inferiore. Poi ci sono io che come scrittore sono un totale parassita della società, sono inutile. Basta aprire il giornale per leggere che è fondamentale parlare di ripartenza dell’industria e delle scuole, lo è. Poi ci viene detto che dopo molto, molto tempo potranno ricominciare anche i teatri, i concerti, i cinema, tutto quello che ha a che fare con l’arte e la cultura. È sicuramente normale, lo capisco anche io, che mettere 500 persone insieme a seguire uno spettacolo sia compatibile sono con una situazione di sicurezza dal contagio, il punto non è che io chiedo che domani vengano riaperti teatri e cinema.

Il punto è il modo irritante con cui si dà per scontato che l’arte, il cinema, il teatro siano delle cavolate marginali, che anche se non ricominciano chi se ne frega, perché l’importante è che ricomincino le cose utili di cui noi non facciamo parte. Peccato che dietro ogni cantante, ogni attore, ogni mattatore o scrittore ci sono centinaia di migliaia di persone che per rendere possibile il nostro lavoro guidano camion, allestiscono palcoscenici sotto il sole, realizzano set cinematografici o per i teatri di prosa o di lirica. Vogliamo dire anche queste migliaia di persone sono esseri inutili e non necessari? Punto secondo: si dà il caso che il paese per un assolutamente certo rischio sanitario sia in una situazione di carcerazione da diverse settimane, gli inutili cantanti, gli inutili attori, gli inutili scrittori, con le loro inutili opere, inutili canzoni, inutili film hanno probabilmente contribuito a rendere la carcerazione sanitaria più sostenibile. Siamo riusciti in qualche modo a tenere compagnia alla gente, quindi forse tanto inutili non eravamo. Terzo punto: noi non siamo un paese qualunque del pianeta terra. Noi siamo l’Italia, un paese che fino a prova contraria ha nel suo DNA la funzione di faro nel mondo per quanto riguarda la bellezza. La bellezza noi ce l’abbiamo nel nostro DNA, sarebbe molto bello sentire qualcuno che magari anche esagerando dicesse: è fondamentale riapre teatri, riapre cinema, fare ripartire concerti, perché senza tutto questo siamo orfani. Ultimo punto: c’è una frase bellissima del grande Aldous Huxley che dice: “ogni essere umano ha una sua letteratura e sono i suoi ricordi”.

Di questa letteratura fatta di ricordi, io oso dire che i capitoli più importanti coincidono con quel film che hai visto, quello spettacolo o quel concerto in cui hai cantato a squarciagola. Quindi significa che l’arte, la bellezza, la cultura, non sono scemenze di cui si può fare a meno e tanto chi ne se frega, sono qualcosa che è parte radicale dei ricordi e della sete di bellezza che ognuno di noi ha dentro di se. Il mio è un appello,se dobbiamo ripartire, ripartiamo con un occhio alla bellezza, perché  la bellezza è essenziale, la sete di ricordi passa dalla bellezza. Io sarò anche un inutile scrittore che viene qua a sprecare il fiato, però ho abbastanza fiato per dire che un po’ di dignità mi è rimasta e come tale, con grade fierezza dico che no, io non mi sento inutile.” Per rivedere tutto l’intervento di Stefano Massini: https://www.la7.it/piazzapulita/video/io-non-sono-inutile-il-racconto-di-stefano-massini

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