Per trovare un titolo altrettanto potente sul mondo della televisione americana, bisogna risalire a Quinto potere, capolavoro di Sidney Lumet del 1976. Tanto quello era surreale, con Peter Finch grandioso che dava di matto, tanto BOMBSHELL è iperrealistico. Lo stile è quello giornalistico dello sceneggiatore, premio Oscar per La grande scommessa, Charles Randolph, alla cui capacità di rendere travolgente la cronaca, ben si adatta la regia di Jay Roach, già firma di un ritratto al vetriolo della ultraconservatrice Sarah Palin affidato a Julianne Moore. 2016, un anno prima dello scandalo Weinstein, esplode lo scandalo Roger Ailey, capo di Fox News, network simbolo della destra conservatrice americana. Ad innescare la bomba è Gretchen Carlson, famosa giornalista televisiva troppo femminista per la rete, che la licenzia su due piedi. Inizia la battaglia legale della Carlson che accusa Ailey di molestie sessuali. All’inizio è sola, ma poi si fanno avanti tante colleghe, passate nel salotto privato di Ailey per alzare la gonna o fargli un pompino come gesto di fedeltà al lavoro, altrimenti a rischio. Soprattutto si unirà infine Megyn Kelly, notissima anchorwoman della rete, a suo tempo molestata da Ailey con conseguente rimozione, ma fino a un certo punto. Le due giornaliste sono vere e le interpretano alla grandissima le meravigliose Charlize Theron e Nicole Kidman, che non esitano di fronte a protesi facciali, per aderire all’iperrealismo del contesto. Si aggiunge una terza Bombshell ovvero Bionda Atomica (“come tu mi vuoi” dell’immaginario maschile fallocratico, che si sbottona solo i pantaloni senza nemmeno calarseli, per far prima e umiliare più velocemente) la Kayla Pospisil della fenomenale Margot Robbie, sintesi di fantasia di molte vittime “inginocchiatesi” ad Ailey, tra paura di perdere il posto, sensi di colpa e riscatto finale. Ailey è John Lithgow, somigliante e grandioso come sempre, Murdoch, il proprietario della rete, è il Malcom McDowell redivivo di Arancia Meccanica. È ovviamente un grande film di attori, ma soprattutto un perfetto esempio di nuova fusione fra le forze della Hollywood liberal e artistica, per trovare nuove vie espressive per un Cinema di denuncia al passo con i ritmi frenetici del nostro “’vedere” contemporaneo. Bombshell ne è un esempio riuscitissimo.