E’ uscito da poco in Italia un bel romanzo di Valérie Perrin dal titolo “Cambiare l’acqua ai fiori” edizioni E/O.
E’ nelle sale l’ultimo film di Claude Lelouch “I migliori anni della nostra vita” con Jean Louis Trintignant e Anouk Aimée.
I due sono marito e moglie e mentre lui è il famoso regista, lei è la famosa fotografa e sceneggiatrice. Anche nell’ultimo film di Lelouch, la Perrin ha un importante ruolo e nei titoli di coda appare come sceneggiatrice e fotografa.
E fin qui nulla di strano, ma se leggerete il libro e vedrete il film(non ne parleremo, lasciando l’onere a chi lo fa meglio di noi, ma ci limiteremo a dirvi che per noi che abbiamo adorato “Un uomo e una donna” , è un bellissimo tuffo nel passato e contemporaneamente un bel tuffo nella realtà, ben dipinta, di una relazione tra due quasi novantenni) scoprirete delle affinità formidabili tra i due autori : stessa descrizione delle emozioni, stessa leggerezza malinconica nelle tristezze, stessa passione per la descrizione di un quotidiano che diventa, con i suoi mille importanti dettagli, un perfetto sfondo dove ambientare la storia dei protagonisti. La musica nel film è predominante ed evocativa, come lo sono i rumori ripetitivi (moto, treni, ghiaia) nel libro.
Sono una grande coppia che ha realizzato delle reali “affinità elettive”? Si sono influenzati a vicenda? Si sono amati perché molto simili? È possibile tutto, ma per noi donne over 60, sempre a caccia di occasioni per un buon tempo libero, il consiglio di leggere e vedere le due opere: i romanzi con intrecci complessi ci ripuliscono la mente e anche per noi gli anni 60/70 sono stati di certo ricchi di eventi e belle storie.
Il libro di Valérie Perrin “Cambiare l’acqua ai fiori”, come leggiamo su Sololibri.net, “ha come protagonista Violette sposata Toussaint, una ragazza abbandonata alla nascita, affidata a diverse famiglie, finché facendo la barista in un locale incontra un uomo biondo, bellissimo di cui si innamora perdutamente. Philippe Toussaint è attratto dalla strana ragazza, crede di amarla, gli è infedele, l’abbandona spesso, finché lei resta incinta e nascerà una bambina, Leonine. I due vivono come dipendenti delle ferrovie e fanno i guardiani di un passaggio a livello, cioè Violette fa tutto, lui si allontana spesso con la motocicletta, vittima dei suoi genitori che disapprovano in modo radicale l’unione con Violette e guardano, soprattutto la madre piccolo borghese autoritaria, con grande sospetto il modo di far crescere la piccola da parte della madre.
La storia si dipana con vari intrecci, varie vicissitudini che seguiamo attraverso i racconti della vita di Violette, di Philippe e di un terzo personaggio, il poliziotto marsigliese Julien Seul anche lui portatore di una vicenda familiare che si intreccia con quella di Violette, che nel frattempo ha perso il posto di guardiana di passaggio a livello per assumere quello di guardiana di un cimitero, piccolo, ma al centro di una piccola comunità di cui Violette si rende affettuosa ed accogliente animatrice.
Cambiare l’acqua ai fiori è un romanzo affascinante e Violette rimane un personaggio femminile davvero indimenticabile, permeato di grazia, di generosità malgrado il dolore che ne ha necessariamente cambiato i connotati interni. Julien, sua madre Irène, l’avvocato Prudent e l’amica Célia sono personaggi di contorno, ma svolgono un ruolo decisivo nella vicenda di Violette, una storia profumata come i fiori che coltiva, piena di colore, di amore, di sapori, di affettività, di poesia e di musica.