Pubblicato nel 1993 in Uk arriva da noi solo ora. L’autrice è australiana, ma ha vissuto a Londra ed è stata la prima donna candidata al MAN BOOKER PRIZ. Un ritardo inspiegabile quindi per l’editoria italiana che ci ha negato la scoperta di questa autrice. Sydney anni ‘50 un grande magazzino (ricordate Aux Bonheurs des dames di Emile Zola?) L’ambientazione è la stessa, ma molti anni dopo e in un contesto storico e culturale molto diverso dalla Parigi del 1883) e le storie delle donne che ci lavorano.
– Lisa, la ragazzina ingenua e sottovalutata; – Fay, la ragazza che allontana gli uomini (o attira solo quelli sbagliati) grazie ad uno stile di vita non consono alla società dell’epoca; – Patty, la perfetta moglie e padrona di casa, che vive per accontentare un marito insensibile; – Magda, la straniera criticata e segretamente invidiata per il suo modo di essere, così diverso da quello delle donne dell’Australia del dopoguerra.
Dai dialoghi e dalle storie di ognuna di loro emerge cosa significava essere donna in quegli anni e in Australia. Il lavoro come alternativa all’essere solo moglie o madre: non si tratta di un manifesto femminista, ma del racconto di un quotidiano “normale” dove si inseriscono azioni di rottura con un passato tradizionale. “Sii più intelligente che puoi, è la cosa migliore che tu possa fare” è la frase che sintetizza il messaggio rivolto alle donne dell’epoca.
Come hanno fatto notare i critici, sono i maschi australiani ad uscirne male: forse perché la St John era migrata in Inghilterra e quindi notava la differenza fra la cultura europea e quella lontana delle terre ancora selvagge. L’unica figura maschile degna di apprezzamento è quella di un emigrato ungherese che ce la dice lunga sulla stima che l’autrice nutre nei confronti dei suoi connazionali che infatti abbandona senza rimpianti. Libro gradevole e ben scritto che scorre via lasciando la curiosità di saperne di più delle protagoniste, dell’Australia, della storia delle donne in quegli anni.
“Le signore in nero” di Madeleine St John- Edito Garzanti