«La vecchiaia è un passaggio che fa paura se ci consideriamo oggetti che smettono di suscitare desiderio e ammirazione ma non se ci pensiamo come soggetti pronti a scoprire che ci sono ancora molte cose bellissime da fare. Non felici di invecchiare, ma libere di invecchiare.»
«Sono anni in cui ci è data la possibilità di ripensarci, di reinventarci, di opporci agli stereotipi e di continuare a interrogarci sulla nostra vita. È il momento di tornare a far parlare le Ragazze di cinquant’anni che oggi ne hanno settanta e più.» Marina Piazza riprende il filo di una narrazione iniziata vent’anni fa sull’identità femminile tra vita, lavoro e relazioni nei grandi passaggi dell’età, affrontando il capitolo della vecchiaia, largamente trasformato dalle conquiste della longevità.
Le donne della sua generazione sono tante, molte più dei loro coetanei maschi (più di sette milioni quelle con più di 65 anni, quasi quattro milioni quelle con più di 75 anni) e si trovano spesso sole, magari vedove, separate o divorziate. Ma sono sempre loro, che dal movimento del Sessantotto sono passate alle lotte civili e sociali degli anni Settanta e sono ancora unite dal desiderio di elaborare il percorso fatto e di capire cosa si possono aspettare da questa ulteriore tappa della vita. E proprio dagli incontri con molte di loro nascono queste pagine in cui l’autrice racconta e analizza se stessa e le sue coetanee con intima naturalezza, tra passaggi storici e riferimenti letterari, per cercare di capire come affrontare la nuova età e scoprire le «molte vecchiaie possibili».