Le ultime cinquanta pagine sono state le più difficili da leggere. L’idea di chiudere un libro così emozionante e coinvolgente mi ha portato quasi inconsapevolmente a una lettura più lenta e più approfondita
Patria di Fernando Aramburu è un libro affascinante. Ci porta in una cittadina dei Paesi Baschi, nel periodo buio dell’Eta, quando parte della popolazione ha già scelto la lotta armata come forma di protesta verso uno Stato che ha perso ai suoi occhi legittimazione e autorevolezza. L’autore non si schiera da una parte o dall’altra, ma sceglie, con acutezza, sentimento, empatia profondi, di entrare nel vivo quotidiano di una comunità sconvolta dall’incalzare degli eventi, tragici e dirompenti. Non c’è tempo per analisi politiche, il quotidiano è fatto di attentati progettati e realizzati, di rapporti di decennali amicizie soppiantati da sospetti, violenze, schieramenti avversi dove l’ideologia di lotta armata prende il posto della pietas e non rispetta nemmeno gli amici più cari di anni che sembrano ormai lontanissimi. Le confidenze di un tempo, la condivisione di momenti di serena convivenza, i piccoli e grandi gesti di solidarietà che contraddistinguono una comunità in pace, sono travolti da atti di intimidazione, di violenta emarginazione, di terrore spesso spinto fino esiti tragici. La speranza oltre il ragionevole, i gesti di affetto, il tentativo di comprendere e di ricucire rapporti sono parentesi di storia sempre molto individuale o al massimo familiare che non segnano più la vita di comunità. La vita degli altri, infatti, è osservata, spesso spiata, da imposte chiuse e si presenta come un quadro tragico; le strade sono percorse da passi frettolosi che portano più rapidamente possibile alle personali zone di sicurezza. Sembra, per buona parte del libro, che gli incubi delle notti in carcere che non danno tregua o le parole dure e spietate di vittime e carnefici chiudano la porta a qualsiasi speranza. Sarà un incontro al cimitero, coraggioso e pieno di tenerezza, tra due cuori anziani ma non ancora vinti dalla tragicità dei tempi, a lasciar intravvedere un futuro dove si potranno riaprire le finestre per osservare un mondo riappacificato.
Non spaventatevi della mole del libro, molte centinaia di pagine: la lettura conquista e rende partecipi, per non dire che a volte aiuta anche a comprendere meglio alcune pagine del nostro terrorismo degli anni passati.
A distanza di tempo Fernando Aramburu ha scritto Dopo le fiamme, una serie di racconti sempre in tema. Libro più agevole, di lunghezza e di lettura, ma altrettanto bello.
Milena Pieri