La musica accompagna, entusiasma, commuove, evoca, irrita e tranquillizza, ma il 15 agosto 1969 a WOODSTOCK ha segnato una grossa rivoluzione culturale. Vi ricordate? Avete guardato in questi mesi i tanti documentari che ci hanno riportato quelle facce, quegli abiti, quella massa di giovani e soprattutto quelle canzoni?Sulla “Lettura” del Corriere della Sera è stato fatto un encomiabile lavoro di ricordo dei cantanti e dei gruppi che hanno animato le giornate di WOODSTOCK: qualcuno scomparso subito e qualcuno ancora un mito.
Proviamo a ripassare ed a canticchiare le canzoni….
JOAN BAEZ “WE SHALL OVERCOME”
TIM HARDIN “IF I WERE A CARPENTER”
MELANIA SAFKA “LADY DOWN”
BERT SOMMER “AMERICA”
RICHIE HAVENS “MOTHERLESS CHILD”
THE WHO “SEE ME FEEL ME”
JANIS JOPLIN “PIECE OF MY HEART”
CREEDENCE CLEARWATER REVIVAL “GREEN RIVER”
CANNED HEAT “ON THE ROAD AGAIN”
JOE COCKER “WITH A LITTLE HELP FROM MY FRIENDS”
JIMI HENDRIX “WOODSTOCK IMPROVISATION”
E poi tanti altri… Santana, Crosby Still, Nash & Young, Blood Sweat & Tears, John B. Sebastian. Qualcuno c’è ancora e canta ancora, qualcuno se ne è andato subito dopo Woodstock, ma tutti hanno segnato una data fondamentale nella società di allora… Sono stati scritti volumi su questo episodio e sul movimento giovanile mondiale collegato e quindi noi non ci addentreremo qui in racconti troppo noti, ma vogliamo solo ricordare la nostra musica che poi in parte è sopravvissuta fino ad oggi e che ci lega ai nostri giovani più di quanto ci legasse ai nostri genitori allora… anzi…! Qualcuno di noi (maschi in genere) partecipa ancora a delle jam session di canzoni cosiddette “revival” e qualcuno tira fuori ancora la chitarra alle feste… Ma non importa come e dove, l’importante è mantenere viva anche quella sensazione che accompagnava quella musica e che forse ha rappresentato molto di più di quanto ci rendessimo conto allora, il cambiamento tra la nostra generazione e quella che ci aveva preceduto…. Baby boom? Figli dei fiori? Contestatori? Evergreen?
Non si sa…. ma di certo anche questa musica ci ha permesso di “fare la differenza” col passato. Peace and love