TONI MORRISON è morta il 5 agosto a 88 anni. Abbiamo già parlato di lei per ricordarla come vincitrice del Premio Nobel nel 1993 e del Premio Pulitzer nel 1988, ma soprattutto come donna afroamericana impegnata contro il razzismo.
Discendente da una famiglia di schiavi, ci lascia un’opera dalle tante facce, ultima risposta all’America suprematista bianca. Nata Chloè Ardelia Wofford il 18 febbraio 1931 a Lorain nello Stato dell’Ohio, la saggista e scrittrice che ha ottenuto i più ambiti premi letterari, ha imparato a leggere a 3 anni, ma la sua vera passione era per la lettura ed ha iniziato tardi la sua carriera di scrittrice “Ho letto, letto e letto fino all’età di 39 anni e poi volevo leggere un libro che non era ancora stato scritto e così l’ho scritto io.”
Nata in una piccola cittadina siderurgica Toni Morrison è figlia di un operaio saldatore e di una casalinga. All’epoca la politica segregazionista pervade tutto. In un’intervista del 2012 al giornale Guardian, ricorda che i suoi genitori “resistevano ferocemente alle influenze esterne”. In particolare, suo padre le diede una lezione che non dimenticherà mai: “vai a lavorare (per i bianchi), guadagnati i tuoi soldi, ma ritorna a casa tua. Tu non abiti là”.
Ottenuta una borsa di studio, Chloè, diventata Toni dopo la sua conversione al cattolicesimo (Toni è il diminutivo di Antonio), studia lettere e insegna inglese all’Università nello stato di New York. Nel 1964 diventa editrice alla Random House. Insieme alle biografie di Angela Davies e di Mohamed Ali, pubblicherà un’antologia di scrittori neri, “The Black Book “e, confesserà Toni, “fare l’editore è un modo di leggere un’opera”.
Ha due bambini ed è single quando scrive il suo primo romanzo “The bluest eyes”: si alza alle 4 tutte le mattine per scrivere prima di andare a lavorare. Confessa nell’intervista al Guardian che “quando si scoraggiava, pensava a sua nonna che era scappata dal Sud con 7 bimbi e nessun mezzo di sussistenza e il panico esistenziale per la mancanza di denaro, per il suo futuro di scrittrice, per la sua condizione di madre, svaniva davanti ai bisogni del quotidiano”. Nel libro si racconta la storia di una giovane nera che sogna di avere gli occhi azzurri e ci sono raccolti tutti i temi che verranno poi rappresentati nella sua opera: la violenza, i traumi, il rifiuto, attraversando la storia dei neri americani in tutte le epoche.
Il libro “Beloved” (Amatissima in italiano) che vince il premio Pulitzer nel 1988, racconta la storia di Sethe che uccide sua figlia per strapparla alla condizione di schiava. “L’idea di Beloved che si basa sulla determinazione di questa donna ad avere il controllo sulla vita dei propri figli, è un atto rivoluzionario… così come il procedimento di scrittura. Erano gli anni del movimento femminista, delle tesi sulla donna che per essere libera non deve fare figli, della contraccezione, dell’aborto legalizzato… e scrivere dei romanzi significa dare voce alla gente comune, quelli che non sono nei libri di storia”.
Toni Morrison sostiene la candidatura di Obama e riceverà la medaglia presidenziale della Libertà (la più alta onorificenza civile americana). All’elezione di Donald Trump la scrittrice aveva dichiarato alla rivista New Yorker “Tutti gli immigrati in USA sapevano che se volevano diventare dei “veri americani”, dovevano dimostrare meno “fedeltà” al loro paese di origine e considerarlo come secondario, subordinato, al fine di far risaltare il loro “essere dei bianchi”. Al contrario di altri Paesi Europei, gli USA considerano il “bianco” come la caratteristica unificante. Qui per molti la definizione di “americanità” passa dal colore”.
Tratto da “J’ai piscine avec Simone”